
Autore: Angela Vitale
Questo non vuole essere un semplice articolo, ma un diario di spunti e riflessioni su alcuni aspetti importanti del nostro lavoro. La moda è sempre stata un equilibrio tra creatività, qualità e mercato, ma oggi sembra aver perso il suo rapporto con il tempo. Tutto scorre troppo velocemente: le tendenze si bruciano in un attimo, gli stilisti cambiano senza lasciare un'impronta, le collezioni nascono e muoiono nel giro di una stagione.
Voglio soffermarmi su questi aspetti, per capire se e come la moda può ritrovare se stessa.
Direte: lo sappiamo
lo non lo accetto e non voglio arrendermi
La moda ha perso il senso e il piacere del tempo. Un tempo che non è solo quello delle stagioni, ma quello della creazione, della qualità, del desiderio di indossare un capo perché racconta qualcosa. Oggi tutto si muove troppo in fretta: collezioni che durano pochi mesi, stilisti che cambiano alla velocità della luce, tendenze che nascono e muoiono nel giro di una settimana. Ma la moda, quella vera, ha bisogno di tempo.
Un capo ben fatto non può essere creato in fretta, e soprattutto non può essere economico. Democratizzare la moda ha avuto un costo altissimo: il suo svuotamento.
Si è persa la ricerca, si è persa la qualità, si è perso il valore che una volta si dava ai capi destinati a durare nel tempo. Il fast fashion e l'ossessione per la novità hanno trasformato l'abbigliamento in un prodotto di consumo rapido, invece che in un'espressione di stile e personalità.
Anche le sfilate, un tempo sacre, oggi sono il sintomo di questo malessere. In prima fila non ci sono più gli/le eleganti proprietarie di boutique prestigiose, che partivano dalle loro città con la voglia di scoprire, scegliere e acquistare capi con gusto e conoscenza per poi portarli nelle proprie esclusive vetrine.
Al loro posto, influencer e buyer.
Ma chi sono davvero? E cosa sanno di moda?
Il loro ruolo sembra essere solo quello di generare hype, spingere vendite, riempire i social di immagini effimere, destinate a svanire in pochi giorni.
Se la moda vuole ritrovare se stessa, deve ricominciare dall'abbigliamento. Deve tornare a dare valore al tempo, al lavoro, alla cultura del vestire. Solo così potrà smettere di aver paura del tempo e tornare a essere quello che è sempre stata: arte, identità, espressione.
Forse, alla fine, il vero lusso non è più il brand, l'esclusività o il prezzo, ma il tempo.
Il tempo di creare, di scegliere, di desiderare.
La moda, per ritrovare se stessa, deve imparare a rallentare. Deve smettere di inseguire l'illusione della novità continua e tornare a costruire un rapporto più profondo con chi la ama davvero.
Ma siamo ancora in tempo? È possibile invertire la rotta in un sistema che si è abituato alla velocità e all'effimero? Oppure la moda è destinata a confermarsi solo una vetrina di immagini che durano il tempo di un like?
lo spero di no. Spero che la moda riesca a ritrovare il suo legame con il tempo e con la bellezza. Che torni a essere ricerca, cura, cultura, non solo consumo. Perché la moda, quella vera, non è un attimo fugace, ma un racconto che attraversa il tempo, lasciando un segno che non si dissolve.
Forse la moda è diventata come una giostra che gira senza sosta. I colori, le luci, il movimento continuo affascinano, ma chi è sopra non ha più il tempo di guardarsi intorno, di fermarsi, di scegliere dove andare.
Tutto è veloce, vorticoso, e alla fine si rischia di scendere storditi, senza ricordi, senza emozioni.
E la moda non deve essere questo. La moda vera è creazione, ricerca, passione. È l'incontro tra gli stilisti - quelli veri, quelli che progettano, che passano ore chiusi nei loro atelier con i giovani talenti, costruendo il futuro - e i proprietari di boutique, coloro che con il loro gusto e la loro esperienza danno anima e valore ai capi.
Spero che si torni a questo. Spero che si ritorni a essere noi i protagonisti: gli stilisti, , gli artigiani, i commercianti
che amano davvero questo mestiere, che sanno riconoscere la bellezza e vogliono trasmetterla. Che la moda torni a essere pura, vera, lontana dai numeri e dalle strategie di marketing, perché i numeri lasciamoli
agli economisti.
La moda è un'arte, e l'arte ha bisogno di tempo, di mani che lavorano, di cuori che sentono. Solo così potrà tornare a essere ciò che è sempre stata: qualcosa che resta.
Noi, la nostra squadra, il nostro team, la nostra famiglia, continuiamo a lavorare con questa consapevolezza. Non ignoriamo il cambiamento, l'innovazione e la tecnologia, perché fanno parte del nostro tempo e del nostro mestiere. Ma sappiamo anche che senza una base solida
- senza l'abbigliamento, senza la qualità, senza il senso profondo del vestire - la moda rischia di diventare solo
un'immagine vuota.
Per questo continuiamo a dare valore a ciò che conta davvero: il lavoro degli stilisti, la ricerca dei materiali, il rispetto del tempo necessario per creare qualcosa di unico. Perché la moda non è solo spettacolo o strategia, è cultura, è identità, è un legame tra passato, presente e futuro.
lo credo che possiamo riuscire a sventare la massificazione che si cela dietro tutta questa giostra che (non ) va....
Cosa ne pensate ?